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“THE HABER_IMMERWHAR FILE”-Scienza e nazionalismo nel dramma di Fritz Haber, Nobel dimenticato

In programma per il 22 febbraio 2016 presso il nostro istituto la conferenza-spettacolo della compagnia “L’Aquila signorina” di Bologna, a cura del Dipartimento di Scienze Naturali, Chimica e Geografia.

In programma per il 22 febbraio 2016 presso il nostro istituto la conferenza-spettacolo della compagnia “L’Aquila signorina” di Bologna, a cura del Dipartimento di Scienze Naturali, Chimica e Geografia.

“THE HABER_IMMERWAHR FILE” è un dialogo teatrale condotto a due voci da Gabriele Argazzi e Barbara Bonora, dialogo che ricostruisce la parabola del chimico FRITZ HABER (1868 – 1934), vista come figura emblematica di scienziato che cerca la notorietà nel quindicennio in cui la Germania conclude la propria trasformazione da paese rurale a superpotenza tecnologica.  Lo fa, in particolare, concentrandosi sul periodo del suo matrimonio con CLARA IMMERWAHR (1870 – 1915), anche lei chimica e una tra le prime donne a laurearsi nella materia in Germania.
Attraverso gli occhi di Clara, convinta sostenitrice dell’uso pacifico della scienza, si potrà seguire il percorso che in meno di quindici anni portò Haber a scalare una posizione dopo l’altra, diventando uno degli uomini più potenti del Reich guglielmino (un “creatore di industrie”, come egli si definì) e a calpestare, in nome del sogno di assimilarsi all’elite degli Junker, i propri principi etici giovanili.  Haber infatti creò e gestì per tutto il periodo della Grande Guerra il programma tedesco di armamenti chimici.  E questo, si badi, dopo avere regalato all’umanità, nel 1908, una scoperta di straordinaria rilevanza: il metodo che permette la sintesi dell’ammoniaca utilizzando come reagenti azoto e idrogeno.  In pratica Haber mise l’industria in condizione di produrre “pane dall’aria”, dato che proprio l’azoto atmosferico era diventato il fulcro di un processo da cui si ottenevano fertilizzanti sintetici.

Un Giano bifronte il nostro Haber, la cui progressiva perdita di umanità si rispecchia nelle testimonianze della compagna, che il suo egoismo aveva costretto ad abbandonare ogni ambizione da ricercatrice e che gli diventava sempre più estranea.  Senza poter fare nulla, Clara comprese come dietro ai sonniferi, ai ricoveri in clinica per esaurimento psichico e alla verve brillante di Fritz si celasse il dramma di un’identità imprigionata, inautentica.  Quando lui tornò a Berlino dopo avere guidato le ‘truppe del gas’ nel loro primo attacco chimico contro le trincee francesi, Clara raggiunse il limite.  Al colmo del suo sconforto e come estrema forma di rifiuto si toglie la vita, il 2 maggio 1915, sparandosi al cuore. Un fatto che, lentamente, risalirà la coscienza di Haber come un virus: ogni avvertimento, ogni profezia, ogni preghiera di Clara si avvereranno; la sua stella declinerà inesorabilmente finchè ‘il buon tedesco’ Haber non viene ripudiato dalla sua adorata Germania.  Privato dai nazisti dei suoi titoli accademici in quanto ‘di stirpe ebraica’, nel 1934 va prima in Inghilterra e infine in Svizzera, dove muore, a Basilea, in attesa di raggiungere Gerusalemme.  Laggiù, nel 1925, era nata l’Università Ebraica, resa possibile anche dalle raccolte fondi promosse a Berlino da Albert Einstein, che ebbe sempre per Haber un grande rispetto, sebbene fossero in disaccordo su tutto.

“THE HABER-IMMERWAHR FILE” alterna biografia e storia sociale, andando a concentrarsi su temi etici e politici di grande rilievo, come il rapporto fra scienza e potere (con la rottura dell’internazionalismo della scienza e il “Manifesto dei 93”, firmato dai più eminenti scienziati tedeschi e teso a esaltare il ruolo civilizzatore della Germania), il legame sempre più stretto fra scienza e industria alle soglie e dentro la Prima Guerra Mondiale o la questione ebraica, con i punti di vista opposti di Walter Rathenau e del sionismo di Chaim Weizmann.

 

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